Inchiesta

Mercoledì abbiamo iniziato a discutere dell’inchiesta e questa è una sintesi dei ragionamenti e
delle conclusioni a cui siamo arrivati.

Per la stesura del questionario siamo partiti nell’identificare 4 “argomenti” su cui ci interessa
fare luce attraverso l’inchiesta che sono:

  • documentazione/permesso di soggiorno

  • lavoro/istruzione

  • questioni relative all’abitazione

  • questioni relative al quartiere

Lavorando sulla prima tematica (documentazione/PdS) la domanda più ovvia che viene in mente
è: “hai il permesso di soggiorno?”.
Il problema con questa domanda è che, essendo molto diretta e molto importante (se uno
risponde “no” sta automaticamente commettendo un reato), porla in modo diretto può indurre
l’indagato” in una situazione non semplice, e quindi portarlo a non rispondere o a rispondere
mentendo.
Quello che abbiamo pensato è quindi cercare di identificare una serie di domande in tutto il
questionario che siano meno dirette e meno invasive, ma che permettono al contempo di dare una
risposta alla questione del PdS.
Esattamente come per il PdS l’idea era quella di utilizzare questa modalità per tutte le altre domande “scottanti”, anche per ridurre il numero di domande totali, che comunque non dovrebbe superare le
10/15.

Altra cosa che abbiamo pensato è di cercare di fornire tutte domande a risposta chiusa magari
lasciando la possibilità di aggiungere una motivazione (prendendo esempio dall’inchiesta che ci
hanno inviato i casertani).
Nello scrivere le domande e tanto più le risposte si deve stare attenti ad evitare o a riuscire ad
incanalare/escludere le risposte “scontate”. Ad esempio se si chiede qual è il problema legato al
permesso di soggiorno e tra le risposte si inserisce “la fila allo sportello per il rinnovo” c’è un
ottima possibilità che molti rispondano in questo modo: questo perché una fila è sempre e
comunque un problema e soprattutto perché è percepita “negativamente” da chi ne partecipa;
quindi è giusto cercare di pensare le nostre risposte in modo da cercare di evitare i “luoghi
comuni”, ad esempio in questo caso evitando direttamente la risposta “la fila allo sportello”.

Questo è più o meno quello che abbiamo ragionato specificatamente sul questionario, abbiamo
anche cominciato a scrivere qualche domanda ma mi sembra più utile dare una veloce spiegazione dei 4 macro-argomenti in modo che ognuno a casa possa ragionarci e poi, al prossimo incontro,
possiamo, su queste basi, confrontare le varie domande scritte e selezionarle.

Documentazione/Permesso di soggiorno:
le questioni da indagare riguardano principalmente se l’intervistato è in possesso o meno
del permesso di soggiorno, che tipo di permesso di soggiorno ha, quali difficoltà ha incontrato
nell’ottenimento dello stesso (lingua, documenti, informazioni, burocrazia, tempistiche...), e se ha intenzione di
ricongiungersi alla famiglia.

Lavoro:
E' necessario sapere se l'intervistato ha un lavoro, come l'ha trovato, se lavora o meno in nero, all'incirca di che lavoro si tratta, e se è “sfruttato”, e a che livello. Penso che su questo punto sarebbe utile ragionare con qualcuno più informato di noi sulla questione lavorativa (anche perché definire cosa sia lo “sfruttamento" e i suoi livelli non è esattamente semplice).


Scuola:
Se l’intervistato ha un'età compresa tra i 16 e i 20 anni (non intervisterei ragazzi più giovani) sarebbe utile sapere se va a scuola, che difficoltà ha incontrato nel rapporto con l’istituzione (in modo particolare se clandestino); se, e in che modo, l’istituto ha provveduto ad aiutarlo; se ha o ha mai avuto difficoltà nel rapporto con i compagni di classe;

Abitazione:
Il punto da indagare quì è capire dove e come vive l’intervistato, cercando di porre
l’attenzione sulla questione speculativa e sulle sue informazioni riguardo i suoi diritti
(case popolari in primis).

Quartiere:
Qui dovremmo formulare le domande più generali riguardanti il rapporto con i vicini e la
socialità in generale, e l’accesso ai servizi più o meno primari. E’ anche importante cercare di
capire se l'intervistato è a conoscenza delle iniziative presenti nel quartiere.
In questo caso ci risultava interessante una domanda tratta dall’inchiesta dei casertani: “saresti
disposto a metterti in gioco per migliorare il posto dove vivi?".

Penso che sul questionario questo sia tutto: ognuno ci ragioni a casa, poi
all’assemblea di lunedì decideremo quando rincontrarci per confrontarci.

Per quanto riguarda l’inchiesta più in generale abbiamo pensato che il “porta a porta”
rappresenta l’ultimo passo (e un passo che preoccupa un po’ di noi); per iniziare, è meglio cercare
di intervistare le persone che vengono alle nostre serate (e che di conseguenza un po’ si fidano di
noi), oppure cercare di intervistare i “passanti” allestendo banchetti ai mercati, o comunque in luoghi pubblici e frequentati.
Un’altra idea era quella di far circolare i questionari ad associazioni ed amici vari per il quartiere
chiedendo se potevano farli compilare.

Presentando il questionario sarebbe utile riuscire anche a comunicare chi siamo e cosa stiamo
facendo, e sarebbe meglio prendere direttamente un contatto (numero di telefono, mail, ...).

Per spiegare “chi siamo” abbiamo pensato ad un volantino abbastanza completo da lasciare
all’intervistato che poi avrà tutto il tempo di leggere con calma a casa.
In caso si riuscisse addirittura a prendere un contatto abbiamo supposto che sarebbe molto
intelligente cercare di coinvolgere le persone al più presto e/o per lo meno tenerle informate.

Per quanto riguarda il procedere dell’inchiesta abbiamo pensato che sarebbe utile fissare un
numero di interviste (domande?) relativamente basso per poi controllare i risultati e cercare di capire se dal questionario si riescono a trarre conclusioni utili oppure se è necessaria una qualche modifica.