lunedì 3 maggio 2010

JAZZvsCOPRIFUOCO: qualche idea per un quartiere più vivo

La giunta comunale sta imponendo la sua sicurezza nel quartiere: forze armate, strade deserte e negozi chiusi. Rastrellamenti e controlli ad ogni angolo creano un clima di paura e tensione. Quali problemi si possono risolvere in questo modo?

E’ evidente che il “coprifuoco” non è il mezzo adatto per affrontare le complessità e le contraddizioni che caratterizzano un quartiere come quello di via Padova.

Complessità che derivano dalle trasformazioni che si sono verificate negli ultimi anni, che hanno visto arrivare nuovi abitanti provenienti da tutta Italia e dall’estero. Siamo consapevoli che il processo di integrazione tra le diverse culture non è un processo indolore e privo di difficoltà.

Vogliamo però essere oggettivi e constatare che oltre alle problematiche che questa integrazione comporta, oggi esiste anche una via Padova con grandi potenzialità, multiculturale e ricca di associazioni, i cui abitanti stanno dimostrando come siano possibili vie alternative alle imposizioni comunali che la vorrebbero ridotta a un ghetto.


Vogliamo continuare in questa direzione, partire dalle nostre esigenze concrete e creare punti di incontro in un clima di socialità e dialogo. Abbiamo in mente un quartiere che sia vivo, partecipato e all'insegna della solidarieta`, dove gli abitanti, nativi e migranti, possano vivere in pace e insieme. Pensiamo che i disagi di ognuno sono i disagi di molti; che i problemi si risolvono solamente confrontandosi, discutendo e agendo insieme.


Per questo abbiamo cominciato a ragionare su come realizzare concretamente le nostre idee.


Vogliamo continuare a costruire iniziative come quella di stasera, perché crediamo che sia importante realizzare momenti di socialità, incontro e aggregazione in cui conoscerci, discutere e confrontarci.


Siamo convinti che i problemi di ognuno sono i problemi di molti e in quest’ottica vadano affrontati. Per fare questo riteniamo importante costruire un’inchiesta rivolta a tutto il quartiere, affinché ciascuno abbia la possibilità di comunicare e condividere con tutti i propri problemi e le proprie necessità per trovare soluzioni comuni e agire collettivamente.


Ci rivolgiamo infine ai fratelli immigrati del quartiere. Da anni in via dei Transiti è attivo l’Ambulatorio Medico Popolare, che svolge un servizio di assistenza sanitaria essenziale anche per coloro che non sono in possesso di un regolare permesso di soggiorno. Accanto ad esso, presso il C.O.A. T28 vorremmo costituire una scuola di italiano, un doposcuola per bambini, un internet-point libero e gratuito e in futuro anche uno sportello per la difesa dei diritti di migranti e rifugiati del quartiere.


Ci rivolgiamo a tutti coloro che hanno voglia di aderire a questo progetto e li invitiamo a mettersi in contatto con noi.

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